Dall’impresa al brand

Costruire un business model attraverso il brand strategico

La creazione di un brand di successo non è solo una questione di logo accattivante e di strategie pubblicitarie intelligenti. È un processo complesso che richiede una profonda comprensione del mercato e una capacità distintiva di coltivare relazioni significative con i clienti. Il corso di formazione “Dall’Impresa al Brand: Costruire un business model attraverso il brand strategico” si propone di fornire ai partecipanti gli strumenti e le conoscenze necessarie per trasformare la propria attività in un brand riconosciuto e apprezzato.

Obiettivi del Corso “Dall’impresa al brand”

L’obiettivo principale del corso è quello di fornire ai partecipanti le conoscenze e le competenze necessarie per sviluppare una strategia di branding efficace e sostenibile. Inoltre, il corso mira a dotare i partecipanti di strumenti pratici che possono essere implementati immediatamente nelle loro attività commerciali per promuovere una maggiore consapevolezza del brand e costruire relazioni solide con i clienti.

I contenuti:

Una delle principali aree di interesse durante il corso “dall’impresa al brand” sarà l’analisi della nascita della cultura visuale e l’impatto della comunicazione e dei media nella “Brand culture”, con un’enfasi particolare sulle dinamiche contemporanee. I partecipanti avranno l’opportunità di esaminare da vicino i casi di successo e gli esempi concreti di come i migliori brand hanno sfruttato la cultura e la comunicazione per costruire un’identità potente e riconoscibile.

A chi è rivolto:

Il corso “dall’impresa al brand” è progettato per imprenditori, manager e professionisti che sono alla ricerca di metodi innovativi per rafforzare la presenza della propria impresa sul mercato e trasformarla in un brand riconosciuto a livello nazionale o internazionale. Anche coloro che desiderano acquisire una comprensione più approfondita del ruolo fondamentale che il branding gioca nel successo di un’impresa trarranno benefici significativi da questa esperienza di formazione.

Pronto a trasformare la tua impresa in un brand di successo? Iscriviti oggi al corso per non perdere l’opportunità di imparare direttamente da esperti del settore e di sviluppare una strategia di branding vincente

Info e contatti:

Per iscriverti e per avere maggiori informazioni:
Telefono: 030 3771440
mail: martina.bettariga@spacework.eu

IL CONFLITTO ISRAELIANO PALESTINESE

Il punto di vista di Arik Strulovitz, israeliano esperto in negoziazione internazionale

Il relatore ci intratterrà, durante un aperitivo
GIOVEDI’ 24 GIUGNO DALLE 17:00 ALLE 20:00

Per partecipare 
scrivere a: elisabetta.guarisco@spacework.eu


L’evento, a numero chiuso, sarà nella sede di Brescia di Space Work, in terrazza  e rispetterà la normativa prevista per prevenire il COVID 19.

Seguirà nel mese successivo una seconda edizione sullo stesso tema, con la testimonianza di un ospite palestinese

L’aperitivo sarà offerto da Space Work, è previsto un contributo di 25,00 Euro totalmente devoluto all’associazione Casa delle Donne – CENTRO ANTI VIOLENZA  – CaD – Brescia

Perchè dalle crisi nascono le migliori opportunità di crescita

Cosa ci ha insegnato la crisi del 2008? Certamente che chi guida una azienda è chiamato ad anticipare una vasta gamma di opzioni. La resilienza rispetto a una serie di scenari è più importante di una previsione e di un piano di recovery specifico

Nel 2008 il gruppo finanziario americano American Express reagì rapidamente alla crisi che di lì a poco avrebbe travolto Lehman Brothers e altre banche e assicurazioni. Lo fece con un aggressivo taglio dei costi, avvenuto principalmente disinvestendo da alcune attività non-core. Lo stesso anno, Amex indirizzò la propria strategia di sviluppo verso una profonda e radicale trasformazione digitale.

I risultati sono stati impressionanti: il titolo da allora è cresciuto di oltre il 1000%. Questo è uno degli esempi virtuosi di società che hanno saputo navigare con successo momenti di crisi. Secondo uno studio di Boston Consulting Group su un campione di 5.000 imprese americane, nella fase recessiva degli ultimi cinque cicli economici il 14% delle imprese è riuscito ad aumentare il fatturato di oltre il 10% e l’utile del 7% a fronte del 44% delle imprese che invece hanno diminuito fatturato e utile (rispettivamente del 28% e del 14%). I numeri evidenziano che per alcuni è stato possibile resistere e alle crisi e, addirittura, trarne vantaggio.

Come hanno fatto? In primo luogo investendo e non resistendo passivamente, ovvero non limitandosi a reagire ai colpi della crisi. A puro titolo esemplificativo, se la crisi evidenzia la caduta del mercato in Spagna un conto è chiudere le attività in Spagna e basta, diverso è chiudere in Spagna e contemporaneamente aprire altrove. L’esempio non è casuale perché il ridisegno e il potenziamento dell’export è stata una delle aree di maggior impatto positivo sull’uscita dalla crisi (anche dalle ultime). Sempre guardando all’esperienza del 2008, il panico portò due terzi delle imprese americane a ridurre i costi, licenziando, tagliando e chiudendo intere linee di business senza però, anche nel 2009, avere riequilibrato la struttura aziendale assumendo, potenziando e aprendo in altri settori di mercato o geografici. Una strategia in molti casi miope.

Al contrario, un terzo delle imprese americane – a partire dal 2008 – ha attivato procedure “attive” ovvero ha aperto nuove linee di business, approcciato nuovi mercati, aggredito commercialmente concorrenti storici. E non si sono limitate a questo: hanno anche alzato la soglia di attenzione verso operazioni di M&A approfittando dei prezzi più bassi, hanno gestito crediti e debiti in modo più aggressivo per proteggere il flusso di cassa. Più di tutto hanno rinnovato il management e ridisegnato l’organizzazione secondo una prospettiva digitale che per definizione è profondamente innovativa.

Di primaria rilevanza anche il fattore tempo. Sottovalutare l’urgenza è fatale, mantenere una prospettiva di lungo periodo è fondamentale. Sempre nel triennio 2007-2009, fu grave l’errore di molte imprese americane che, di nuovo secondo l’indagine di BCG, si concentrarono su azioni di breve termine anziché iniziative di lungo termine. Il già citato panico di quella fase, per esempio, fece dimenticare che licenziare su due piedi la linea di management significava punire forse i colpevoli ma lasciava l’organizzazione senza guida nella fase più critica. Inoltre abbiamo osservato che nelle situazioni di rallentamento economico ripetere le azioni passate può risultare inefficace: ogni crisi ha origini e conseguenze diverse sia sul piano economico che sociale e richiede una analisi storica. Basti pensare ai cambiamenti che la rivoluzione digitale ha oggi messo in atto costruendo scenari imprevedibili solo 10 anni fa. Allo stesso modo non era prevedibile l’attuale debolezza e volatilità del contesto politico, in Europa in primis.